I clienti Poste Italiane sono finiti nei pasticci, “Rischi concreti”: cosa bisogna fare ora

Adesso i clienti di Poste Italiane sono finiti nei pasticci. Per loro si presentano dei rischi concreti: cosa bisogna fare dopo l’avviso.

La maggior parte degli italiani ad oggi usufruisce dei servizi di Poste Italiane. Specialmente negli ultimi anni l’azienda italiana è riuscita ad espandersi ulteriormente ed adesso è diventato anche un fornitore di luce e gas, con offerte che hanno già attratto numerose famiglie italiane alla caccia del risparmio. Uno dei servizi più usufruiti dal popolo però è sicuramente la Postepay, vale a dire la carta pre-pagata erogata proprio da Poste Italiane.

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Un nuovo avviso di Poste Italiane preoccupa gli italiani – Credits: Ansa Foto – notizie-dal-web.it

Infatti sono numerosi i vantaggi presentati a tutti coloro che decidono di usufruire di una Postepay su cui ad oggi può essere accreditato anche lo stipendio. Tutto questo grazie al sistema Evolution, che comprende anche il codice IBAN. Adesso però tutti i clienti in possesso di Postepay rischiano di essere finiti nei pasticci. Sono diversi i “rischi concreti” che corrono. Fortunatamente c’è un iter preciso da seguire dopo aver ricevuto un determinato avviso sull’applicazione.

Poste Italiane, i clienti di Postepay nei guai: cosa riguarda l’ultimo avviso

La recente richiesta di accesso ai dati del telefono da parte delle app delle Poste, in particolare di BancoPosta e PostePay, ha sollevato diverse domande e dubbi tra gli utenti. Questo accesso viene richiesto per verificare la presenza di software dannosi e garantire la sicurezza delle transazioni effettuate tramite le app. Tuttavia molti si sono chiesti quali dati vengano effettivamente richiesti e per quale motivo. Partendo dai permessi richiesti dall’app, si tratta degli “Usage Data Access”, autorizzazioni speciali che gli utenti devono concedere manualmente.

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Cosa sapere sull’ultimo avviso di Poste Italiane – notizie-dal-web.it

Questi permessi consentono alle app di ottenere informazioni dettagliate sull’uso del telefono da parte dell’utente, inclusi dati come l’ultima volta in cui un app è stata utilizzata, la durata totale di utilizzo e altre informazioni sulle app installate e sulle preferenze dell’utente. È importante sottolineare che questi permessi non permettono l’accesso a foto o dati personali, poiché l’app delle Poste opera in una sorta di “sandbox”, che limita l’accesso ai dati e alle periferiche del telefono. I dati a cui le app delle Poste accedono sono principalmente dati di utilizzo, utilizzati per creare un’impronta unica del dispositivo, nota come “fingerprint”.

Tale fingerprint viene utilizzato per identificare il dispositivo dell’utente in modo univoco e garantire la sicurezza delle transazioni. Le app delle Poste si affidano a TrustDefender di ThreatMetrix. Questo è un fornitore di soluzioni di sicurezza per proteggere le transazioni bancarie dalle frodi telematiche. La richiesta di accesso ai dati del telefono da parte delle app delle Poste può sembrare invasiva. Allo stesso tempo è finalizzata a garantire la sicurezza delle transazioni e a proteggere gli utenti da frodi e attacchi informatici.

È importante che le Poste forniscono informazioni chiare e dettagliate agli utenti su questa richiesta di accesso. L’obiettivo è  dissipare eventuali preoccupazioni e garantire la trasparenza sulle misure di sicurezza adottate. Infatti in un contesto in cui gli attacchi informatici sono sempre più sofisticati adottare le giuste misure di sicurezza è fondamentale per proteggere i propri dati.

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