I funzionari europei stanno elaborando piani per colpire i paesi terzi con sanzioni economiche se non rispettano le sanzioni occidentali o non possono spiegare un improvviso aumento del commercio di merci vietate, secondo tre diplomatici dell’UE informati sulle discussioni.
Tale meccanismo, che è in discussione come parte del prossimo pacchetto di sanzioni dell’UE contro la Russia per la guerra in Ucraina, sarebbe un primo passo verso le cosiddette sanzioni secondarie o extraterritoriali, una pratica già utilizzata dagli Stati Uniti.
“Questo sarebbe un importante cambiamento di politica per l’UE”, ha detto uno dei diplomatici.
L’idea illustra la crescente frustrazione dell’UE per l’elusione delle sanzioni occidentali contro la Russia da parte di stati e imprese senza scrupoli.
Dopo aver adottato 10 pacchetti di sanzioni contro Mosca, l’UE ha nominato David O’Sullivan come inviato speciale per assicurarsi che le sanzioni europee siano attuate e non aperte all’evasione.
Ma O’Sullivan, ex segretario generale della Commissione europea e ambasciatore dell’UE negli Stati Uniti, spesso non ha la leva per convincere i paesi terzi a mettersi in riga. Significano le sanzioni occidentali imposte a Mosca per la sua invasione dell’Ucraina grande affare altrove nell’ex Unione Sovietica, mentre gli intermediari corrono per incassare rivendendo merci non disponibili alla Russia.
La Commissione europea ora spera che questo nuovo meccanismo possa essere utilizzato come una minaccia per convincere altri paesi a conformarsi. In caso contrario, Bruxelles potrebbe anche imporre sanzioni contro quei paesi terzi, hanno affermato i diplomatici. L’UE guarda ad esempio ai paesi dell’Asia centrale, come il Kazakistan, il Kirghizistan, il Tagikistan, il Turkmenistan e l’Uzbekistan.
La Commissione ha già discusso le misure con i diplomatici Ue in incontri privati, ma non ha ancora formalmente proposto il suo nuovo pacchetto alle capitali europee. La decisione finale sull’opportunità di procedere con il piano spetta ai governi nazionali.
I diplomatici hanno sottolineato molto che non è ancora chiaro come funzionerebbe il meccanismo. Ad esempio, non è chiaro se interi paesi saranno presi di mira e, in caso affermativo, quali o solo individui o entità che operano in determinati paesi. “Non siamo a un punto in cui è chiaro come sarebbe”, ha detto un secondo diplomatico.
Ma è chiaro che la proposta è molto delicata, hanno detto i diplomatici, ad esempio quando si tratta di rivolgersi alla Cina. Il secondo diplomatico ha anche affermato che l’UE deve stare attenta che l’approccio “non spinga i paesi di cui parliamo tra le braccia di India, Cina o Russia” e che sarebbe necessario trovare un equilibrio tra la repressione del commercio illegale e mantenimento dei legami economici.
Il meccanismo potrebbe ancora non arrivare alla bozza finale dell’undicesimo pacchetto di sanzioni dell’UE. “È difficile prevedere perché ora non c’è nulla sul tavolo”, ha detto il secondo diplomatico. “È troppo vago per avere una lettura della stanza.”
Gli ambasciatori presso l’UE discuteranno i piani in una riunione il 10 maggio, anche se questa tempistica potrebbe ancora cambiare.
Fonte: www.ilpolitico.eu