Giovedì il Parlamento europeo ha approvato norme vincolanti sulla trasparenza salariale nel tentativo di affrontare il divario retributivo di genere nell’UE.
Ciò eserciterà pressioni sui datori di lavoro, che ora dovranno assumersi maggiori responsabilità nell’essere trasparenti sui salari e nel correggere le disuguaglianze di genere.
In base alle nuove regole, i datori di lavoro dovranno fornire ai dipendenti l’accesso alle informazioni su come determinano i salari, suddivisi per genere.
“Le aziende con più di 100 dipendenti avranno un obbligo di rendicontazione”, ha detto a POLITICO Samira Rafaela, parlamentare olandese del gruppo Renew Europe e capo deputata al Parlamento europeo. Se la segnalazione mostra che il divario retributivo di genere supera il 5%, l’azienda dovrà rettificarlo.
I paesi membri potranno sanzionare i datori di lavoro che violano le nuove regole e i lavoratori avranno diritto a un risarcimento, afferma la legislazione.
La direttiva adottata, che era proposto dalla Commissione europea nel marzo 2021, dovrà ora essere adottato formalmente dal Consiglio dell’UE questa primavera. I paesi avranno quindi tre anni per inserire le norme nella loro legislazione nazionale.
La direttiva riconosce anche le persone che si identificano come non binarie, cosa che è stata accolta con favore da Rafaela.
“Questa è una notizia rivoluzionaria. È la prima volta nella storia della legislazione dell’UE che riconosciamo persone non binarie e che la discriminazione intersezionale diventerà un fattore aggravante”, ha detto Rafaela a POLITICO.
La direttiva recentemente adottata porrà fine anche alla discriminazione nelle assunzioni, in quanto vieta ai datori di lavoro di chiedere informazioni sulla retribuzione precedente dei candidati e li obbliga a fornire una fascia salariale per la posizione per cui i candidati si candidano.
Le donne guadagnano in media circa il 13% in meno rispetto agli uomini nell’UE, anche se teoricamente la parità retributiva è stata sancita dai trattati dell’UE sin dalla creazione della Comunità economica europea nel 1957.
Fonte: www.ilpolitico.eu