Un tribunale di Bruxelles si è pronunciato a favore dell’app di ride-hailing Uber in una disputa sullo stato di occupazione di un conducente, secondo una copia della sentenza vista da POLITICO.
Il caso giudiziario ha contrapposto un ex autista Uber e lo stato belga da un lato, e l’app di ride-hailing e la Belgian Platform Association (BPRA), un’organizzazione di conducenti gestita da Uber in Belgio, dall’altro. La sentenza, diffusa nella tarda serata di giovedì, afferma che l’autista aveva “un rapporto di lavoro di natura indipendente” con Uber e la BPRA e che non esiste “alcun controllo gerarchico” di Uber sul lavoratore.
La decisione del tribunale annulla quella presa nell’ottobre 2020 dal comitato amministrativo belga che regola i rapporti di lavoro, secondo il quale le condizioni di lavoro dell’autista erano “incompatibili” con il lavoro autonomo e dovrebbero essere riclassificate come dipendenti.
Uber in una dichiarazione ha accolto con favore la sentenza come “una decisione importante per le migliaia di conducenti che utilizzano la nostra app e vogliono rimanere indipendenti”.
La decisione del tribunale è un altro caso che confonde la questione se i gig worker come i conducenti di Uber debbano godere dei diritti sociali dei dipendenti o piuttosto avere una protezione sociale più leggera associata all’essere un appaltatore indipendente.
I legislatori dell’UE e i diplomatici nazionali sono entrambi ancora lavorando attraverso i dettagli più difficili del Direttiva UE sui lavori su piattaforma, che riclassificherebbe fino a 4,1 milioni di lavoratori della piattaforma come dipendenti.
Fonte: www.ilpolitico.eu