I socialdemocratici danesi sono sulla buona strada per rimanere il più grande partito del paese dopo aver vinto le elezioni di martedì, ma la sopravvivenza politica del primo ministro in carica Mette Frederiksen dipende da un nuovo partito centrista.
Un primo exit poll dell’emittente pubblica DR suggerisce che i socialdemocratici si siano assicurati il 23,1% dei voti, il che farebbe guadagnare loro 42 dei 179 seggi in parlamento. Questo li ha posti davanti al Partito Liberale di Jakob Ellemann-Jensen con il 13,5% dei voti, o 24 seggi.
Ma in un panorama politico diviso tra 14 partiti, sia il “blocco rosso”, di sinistra, che si è assicurato 85 seggi, sia il “blocco blu” di destra rivale, con 73 seggi, non hanno raggiunto i 90 seggi necessari per una maggioranza nel parlamento da 179 seggi. I seggi rimanenti sono andati a partiti non allineati.
L’elezione è stata innescato da uno scandalo su un abbattimento di visoni imposto dal governo durante la pandemia di coronavirus, seguito da una campagna insolitamente eccitante e caotica che a volte sembrava prefigurare i colpi di scena dell’ultima stagione del popolare dramma politico televisivo “Borgen”.
Se confermati, i risultati significano che Frederiksen avrà bisogno del sostegno dell’ex primo ministro Lars Løkke Rasmussen e del suo partito Moderato di recente formazione, che si è assicurato il 9,3% dei voti, ovvero 17 seggi.
Rasmussen non ha detto che sosterrà nessuno dei due blocchi, mettendo l’ex primo ministro nella posizione di kingmaker durante i prossimi negoziati.
Ha usato quella posizione durante la campagna per chiedere un’ampia coalizione di partiti più moderati di entrambi i blocchi rosso e blu, una mossa che potrebbe sconvolgere l’ordine politico della nazione del dopoguerra. Alcuni hanno persino suggerito che potrebbe usare la sua influenza post-elettorale per resistere per un ruolo di alto livello o addirittura per la posizione di primo ministro.
Ma Rasmussen, che in precedenza è stato primo ministro dal 2009 al 2011 e di nuovo dal 2015 al 2019 per il partito liberale danese, ha affermato che non prevede di diventare primo ministro una terza volta. “Non è nella mia mente”, ha detto martedì mattina dopo aver espresso il suo voto.
Fonte: ilpolitico.eu