Sabato le autorità parigine hanno vietato una manifestazione commemorativa dedicata ad Adama Traoré, un giovane uomo di colore morto sotto la custodia della polizia nel 2016, che si sarebbe tenuta nel pomeriggio a Place de la République nella capitale.
Assa Traoré, sorella di Adama e figura di spicco nella lotta alla violenza della polizia, venerdì annunciato la marcia di sabato dopo che un precedente raduno programmato alla periferia di Parigi era stato vietato dalle autorità a causa delle recenti ondate di violente rivolte in tutto il paese. Il tumulto nazionale è stato innescato dall’uccisione di un diciassettenne di origine nordafricana, Nahel M., da parte di un agente di polizia, che ha riacceso le tensioni a lungo latenti tra i giovani e le forze dell’ordine.
“L’annuncio di un raduno il giorno prima per il giorno successivo non consente all’autorità di polizia di mobilitare la forza lavoro e le risorse necessarie per garantire il raduno”, legge l’ordine di polizia.
Altre manifestazioni sono comunque in corso in altre città per condannare la violenza della polizia e invitare il governo a farlo agire.
Venerdì, il Comitato delle Nazioni Unite per l’eliminazione della discriminazione razziale (CERD) sollecitato Francia ad “affrontare, in via prioritaria, le cause strutturali e sistemiche della discriminazione razziale, anche nelle forze dell’ordine, in particolare nella polizia”.
Il Ministero degli Affari Esteri francese sabato obiettato a questi “commenti eccessivi” del CERD – che, ha detto Paris, ha sorvolato sulle “violenze ingiustificabili commesse nei giorni scorsi contro le forze dell’ordine, gli eletti, i servizi pubblici, le questure, le scuole, i centri socio-sanitari e le città sale”.
“Qualsiasi accusa di razzismo o discriminazione sistemica da parte delle forze dell’ordine in Francia è infondata”, ha affermato il ministero.
Anche la Commissione europea ha espresso preoccupazione per la violenza della polizia in Francia. Mercoledì, in un’intervista alla radio belga, il commissario europeo per la giustizia Didier Reynders disse c’era bisogno di “riflettere sulla polizia [francese]” dato il “livello impressionante di violenza” a cui il paese ha assistito negli ultimi anni, compresa la settimana di rivolte dopo la morte di Nahel.
“Dobbiamo esaminare l’altissimo livello di violenza, perché a volte pone una sfida nel comportamento di un certo numero di agenti di polizia, come abbiamo visto dalle situazioni drammatiche che si sono verificate”, ha detto Reynders.
Il governo francese si è affrettato a rispondere: “Sarò molto chiaro”, il segretario di Stato francese per l’Europa Laurence Boone disse in un videoclip di un’udienza al Senato francese. “Non spetta a Didier Reynders o alla Commissione europea interessarsi al modo in cui la Francia gestisce le sue forze di polizia”.
Fonte: www.ilpolitico.eu