Home PoliticaMondo La Russia avverte l’Armenia di non aderire alla Corte penale internazionale

KORNIDZOR, Armenia – Il progetto dell’Armenia di aderire alla Corte penale internazionale aggraverebbe la crescente spaccatura con Mosca, ha avvertito il Cremlino, dato che la decisione obbligherebbe l’ex repubblica sovietica ad arrestare il presidente Vladimir Putin se dovesse mai visitare nuovamente il paese .

Giovedì, il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha parlato con i giornalisti disse che, alla luce del mandato di arresto della CPI per Putin con l’accusa di crimini di guerra, l’adesione al patto legale internazionale sarebbe vista come “estremamente ostile” nei confronti della Russia.

“L’Armenia sa molto bene che non siamo parti dello [Statuto di Roma], e l’Armenia è ben consapevole della difficile decisione adottata sulla base di questo statuto”, ha avvertito.

Il primo ministro armeno Nikol Pashinyan, che negli ultimi mesi ha cercato legami più stretti con l’Occidente nel tentativo di porre fine alla dipendenza da Mosca, si è detto fiducioso che il parlamento del paese ratificherà lo Statuto di Roma e riconoscerà la giurisdizione della Corte penale internazionale. Ha insistito sul fatto che l’adesione alla Corte è puramente nell’interesse della sicurezza dell’Armenia e non è diretta contro la Russia.

Secondo il ministro della Giustizia armeno, Grigor Minasyan, la mossa è sì necessario chiedere all’Azerbaigian di rispondere di presunte aggressioni militari e crimini di guerra nel contesto di un esodo di massa di armeni dalla regione separatista del Nagorno-Karabakh. All’interno dei confini riconosciuti a livello internazionale dell’Azerbaigian, la leadership etnica armena dello stato non riconosciuto si è arresa dopo un’offensiva fulminante mercoledì scorso.

Da allora, più di 68.000 persone sono fuggite dalla regione, portando con sé tutti i beni che potevano caricare in auto, autobus e persino camion scoperti.

A marzo, la Corte penale internazionale ha emesso mandati sia nei confronti di Putin che del commissario russo per i diritti dell’infanzia, Maria Lvova-Belova, in relazione al rapimento e alla deportazione forzata di bambini dall’Ucraina dall’inizio dell’invasione su vasta scala da parte di Mosca lo scorso anno. Anche Kiev non è firmataria dello Statuto di Roma, ma ha concesso alla CPI la giurisdizione per indagare sui crimini di guerra commessi durante il conflitto.

Putin ha visitato l’Armenia – formalmente ancora alleata della Russia e parte del blocco militare CSTO guidato da Mosca – più volte negli ultimi anni, nonostante un accoglienza sempre più ostile dai manifestanti che lo accusano di aver abbandonato il Paese.

In un intervista a POLITICO All’inizio di questo mese, Pashinyan ha affermato che “come risultato degli eventi in Ucraina, le capacità della Russia sono cambiate” e ha sostenuto che l’Armenia dovrebbe rafforzare la propria indipendenza invece di fare affidamento su Mosca per la sicurezza.

Fonte: ilpolitico.eu

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