Mosca vieterà alle compagnie nazionali di vendere petrolio russo sotto qualsiasi limite di prezzo ed è disposta a ridurre la produzione per compensare le esportazioni perse, ha detto domenica il vice primo ministro russo Alexander Novak, secondo L’agenzia di stampa russa TASS.
I commenti arrivano un giorno prima di una UE embargo sul petrolio russo per via marittima entra in vigore, e proprio come i paesi dell’UE concordato su un prezzo massimo di 60 dollari al barile per le vendite di petrolio russo a paesi extra UE a cui le società con sede nell’UE, come spedizionieri e assicuratori, sarebbero autorizzate a partecipare.
Il price cap, sostenuto dal G7, è un tentativo di consentire a quei volumi evitati di petrolio russo di essere ancora venduti sul mercato globale, evitando così carenze di offerta e i conseguenti prezzi alle stelle.
Ma Novak ha affermato che la Russia “venderà petrolio e prodotti petroliferi solo a quei paesi che lavoreranno con noi a condizioni di mercato, anche se dovremo in qualche modo ridurre la produzione”, secondo il rapporto TASS.
“Non utilizzeremo strumenti legati al price cap. Stiamo ora esaminando meccanismi per vietare l’uso dello strumento del price cap”, ha aggiunto Novak.
Il vice primo ministro ha affermato che il meccanismo del prezzo massimo è contrario alle regole dell’Organizzazione mondiale del commercio, porterebbe a una riduzione degli investimenti in energia e potrebbe provocare carenze globali e ulteriori perturbazioni del mercato.
Ha anche avvertito che il prezzo massimo potrebbe in futuro “essere applicato non solo al petrolio ma anche ad altri prodotti sul mercato, e non solo alla Russia ma anche ad altri paesi”, secondo il rapporto.
Fonte: www.ilpolitico.eu