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Le arti oscure della politica

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Un cast

Nell’episodio finale della stagione, la conduttrice Aggie Chambre esplora le operazioni clandestine, le guerre di briefing segrete e le acrobazie della campagna che costituiscono il lato più oscuro della politica e chiede se c’è ancora posto per tali attività nel 2023.

Parla con il collega John Woodcock, che – in una vita precedente – era un ricercatore del partito laburista e occasionale spia sotto copertura. Racconta ad Aggie come una missione segreta nel 2005 abbia fatto deragliare la carriera di un ex vicepresidente del Partito conservatore.

L’ex capo delle comunicazioni di Downing Street ed editore di News of the World Andy Coulson racconta come, mentre lavorava per David Cameron all’opposizione, ha approfittato della decisione di Gordon Brown di non indire un’elezione con una trovata pubblicitaria semplice ma accattivante.

Un altro ex aiutante di Cameron, Giles Kenningham, spiega perché – con un’elezione incombente – i partiti politici ora accumuleranno tesori di registrazioni segrete e altri dati distruttivi da schierare contro i loro oppositori.

L’ex capo laburista Hilary Armstrong parla delle arti oscure interne – tecniche subdole usate contro i colleghi di partito – e del motivo per cui il suo capo Tony Blair, non un grande fan di tali metodi, ha scelto di non agire contro un ribelle seriale chiamato Jeremy Corbyn.

Il presidente del comitato della pubblica amministrazione di Commons, William Wragg, e l’ex vice capo Whip Anne Milton spiegano perché pensano che le arti oscure siano meglio lasciate nel passato.

E Paul Staines, del famigerato blog di Guido Fawkes, rivela alcuni dei trucchi subdoli che usa per ottenere i suoi più grandi scoop – e spiega perché per lui le storie migliori sono quelle che mettono fine alle carriere dei politici.

Fonte: www.ilpolitico.eu

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