L’UE sta discutendo una proposta per i paesi di ricollocare volontariamente un minimo di 5.000 o 10.000 migranti all’anno, secondo una bozza di documento vista da POLITICO.
La proposta è stata elaborata dalla Repubblica ceca, che attualmente detiene la presidenza di turno dell’UE. Datato 20 ottobre, il cosiddetto documento di discussione ha lo scopo di valutare la posizione dei membri dell’UE e non ha ancora raggiunto gli ambasciatori a Bruxelles. Ma potrebbe rappresentare un potenziale approccio di compromesso su un argomento che da tempo tormenta i membri dell’UE.
In effetti, la riforma delle norme sull’asilo dell’UE è stata una delle questioni più controverse del blocco dall’ondata migratoria nel 2015. E una delle principali fonti di attrito è stata il modo in cui ricollocare i richiedenti asilo che arrivano ai confini dell’UE. I precedenti tentativi di istituire un sistema di distribuzione obbligatorio non sono mai andati avanti, principalmente a causa dell’opposizione di paesi dell’Europa centrale come Ungheria e Polonia.
Nel documento, intitolato “Way forward on EU migration solidale and Crisis Response Meccanismo”, la presidenza ceca scrive che gli Stati membri “sono invitati a considerare” una soglia minima annuale per i ricollocamenti volontari. Suggerisce 5.000 o 10.000 come possibili opzioni, ma lascia aperta la possibilità che la Commissione europea possa spingere il numero ancora più in alto.
Rileva, tuttavia, che gli impegni sarebbero volontari.
La proposta si inserisce nel quadro della “solidarietà flessibile”, consentendo a ciascun paese di decidere se accogliere i richiedenti asilo o offrire un aiuto finanziario ai paesi che affrontano un afflusso migratorio.
Secondo la legge vigente, i richiedenti asilo sono tenuti a presentare la domanda al primo paese dell’UE in cui hanno messo piede. Se poi si spostano all’interno dell’UE, questi migranti possono essere rimandati nel primo paese dell’UE. Ma sono già allo studio esenzioni per i paesi che affrontano una grande ondata migratoria. E il documento mantiene aperta la possibilità di introdurre queste esenzioni se la Commissione non riesce a trovare abbastanza volontari per accettare il livello desiderato di richiedenti asilo.
Finora i paesi mediterranei, principale punto di accesso dell’UE per i migranti provenienti dall’Africa e dal Medio Oriente, hanno accolto favorevolmente la proposta ceca, secondo un funzionario dell’UE. Ma paesi come il Belgio o i Paesi Bassi, luoghi desiderati per trasferirsi una volta all’interno dell’UE, sono meno favorevoli.
Le discussioni tecniche sul documento proseguiranno fino alla fine di novembre, quando i funzionari decideranno se elevare la proposta.
Fonte: ilpolitico.eu