Clara Ponsatí, separatista catalana ed eurodeputata, è stata rilasciata dopo essere stata detenuta per diverse ore martedì a Barcellona, dopo anni di elusione di un mandato di arresto della Corte suprema spagnola per una fallita spinta all’indipendenza.
Ponsatí, 66 anni, era ministro dell’istruzione nel governo catalano quando la regione dichiarò l’indipendenza dalla Spagna a seguito di un referendum per la secessione del 2017, che i giudici spagnoli ritennero illegale. Da allora vive in esilio in Scozia e in Belgio, dopo che il tribunale supremo spagnolo ha emesso un mandato di cattura accusandola del reato di disobbedienza per il suo ruolo nell’organizzazione del referendum.
È stata arrestata dalla polizia autonoma della Catalogna, i Mossos d’Esquadra, mentre indossava il distintivo del Parlamento europeo, dopo essersi recata in Spagna per la prima volta da quando era fuggita dal paese. L’eurodeputato twittato che è stata arrestata “illegalmente” a Barcellona. La corte suprema aveva ritirato l’accusa di “sedizione” che comportava una pena detentiva, secondo l’agenzia di stampa spagnola EFE, tuttavia, è ancora in piedi accusato di “disobbedienza”.
Ponsatí ha immediatamente contestato la legalità del suo arresto. I media locali più tardi segnalato che è stata rilasciata, ma è stato detto di partecipare a un’udienza il 24 aprile.
“Sono un eurodeputato e ho l’immunità in tutta l’Unione europea, ma è solo in Spagna che non è riconosciuta”, ha detto in una conferenza stampa prima del suo arresto, ha riferito EFE.
Ponsatí, che ha lavorato come professore di economia e finanza all’Università di St. Andrews in Scozia dopo aver lasciato la Spagna, è diventato eurodeputato nel 2020 e non appartiene a un gruppo politico del Parlamento europeo. Fa parte del partito Insieme per la Catalogna, creato dall’eurodeputato in esilio Carles Puigdemont, che guidava il governo regionale catalano al momento del referendum.
Una portavoce del presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, ha dichiarato di aver ricevuto da Ponsati una richiesta di difesa dell’immunità. “Stiamo esaminando tutte le questioni legali relative a questo caso. Qualsiasi possibile linea di condotta sarà guidata solo da quella considerazione e nient’altro”, ha detto il portavoce.
Fonte: www.ilpolitico.eu