Nigel Biggar scrive una “difesa cristiana dell’impero americano” e si conclude con le stesse sciocchezze egemoni riciclate che ti aspetteresti:
Gli Stati Uniti non sono gli unici fiduciari di tali valori e istituzioni, ma, grazie ai doni della provvidenza e alle proprie conquiste, sono l’attore globale più potente in questo momento. Il suo dovere primario nei confronti del proprio popolo lo obbliga a sostenere il proprio potere. Ma quel dovere implica uno secondario di promuovere il benessere delle altre nazioni. Perché se dovesse cedere il suo potere internazionale dominante, altri stati, meno umani e liberali, lo prenderebbero. Gli Stati Uniti hanno la vocazione di assumersi il peso imperiale, certamente per il bene degli americani, ma anche per il resto di noi.
“Rule Britannia, Britannia, domina le onde”, cantiamo ancora qui nel Regno Unito, “I britannici non saranno mai, mai schiavi”. Sappiamo, tuttavia, che i giorni del governo a ondata della Gran Bretagna sono passati. Quindi ora la nostra libertà, e quella di molti altri, dipende dalla volontà degli americani di sostenere il dominio imperiale della loro nazione. Non si dica che i cristiani negli Stati Uniti hanno minato quella volontà e contribuito a un mondo in cui cadiamo tutti sotto il giogo di Pechino.
C’è molto di sbagliato nel saggio di Biggar, ma uno dei miei maggiori problemi è il modo in cui cerca di indurre in colpa i cristiani e tutti gli altri americani ad accettare il “dominio imperiale” degli Stati Uniti come servizio obbligatorio per il mondo intero. Portare un fardello imperiale non è qualcosa che gli Stati Uniti fanno per il bene del mondo, e gran parte del resto del mondo desidera che gli Stati Uniti non si siano mai assunti quel fardello. Ma il fardello imperiale è anche dannoso per l’America, perché, come ci ha detto John Quincy Adams più di due secoli fa, “la gloria dell’America non è il dominio, ma la libertà”.
Ci sono stati molti tentativi nel corso dei secoli di sanificare e santificare l’impero investendolo con uno scopo superiore. In ogni caso, è un esercizio per placare le coscienze di persone che dovrebbero conoscere meglio che l’impero è tollerabile e persino ammirevole. Cerca di consolare i sostenitori dell’impero che stanno facendo la cosa giusta e necessaria quando hanno buone ragioni per sospettare che stiano facendo il contrario. In effetti, mira ad attutire le loro coscienze e incoraggiarli ad apprezzare il potere sulla verità.
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Daniel Larison è editorialista settimanale di Antiwar.com e gestisce il proprio sito all’indirizzo Eunomia. È l’ex caporedattore dell’American Conservative. È stato pubblicato su New York Times Book Review, Dallas Morning News, World Politics Review, Politico Magazine, Orthodox Life, Front Porch Republic, The American Scene e Culture11 ed è stato editorialista di The Week. Ha conseguito un dottorato di ricerca in storia presso l’Università di Chicago e risiede a Lancaster, Pennsylvania. Seguilo Twitter.
Il post L’ingiustizia intrinseca dell’impero è apparso per primo Blog di Antiwar.com.
Fonte: antiwar.com