Cristoforo Mott fa il caso per il ripristino dei normali rapporti con il Venezuela:
Danielle Pletka vuole che tu lo sappia lei pensa che l’omicidio mirato “funziona”:
L’uccisione mirata è diventata uno strumento dell’arte di governo perché funziona, nel senso che raggiunge gli obiettivi limitati prescritti: un individuo chiave, fondamentale per l’agenda di un nemico, è scomparso. Non porrà fine al programma di armi nucleari dell’Iran, ma può rallentarlo. Non porrà fine al programma missilistico iraniano, ma farà riflettere molti iraniani che potrebbero essersi iscritti a pensarci due volte sui rischi.
Come per qualsiasi cosa faccia un governo, quando qualcuno dice che qualcosa “funziona” la nostra prima domanda dovrebbe essere sempre “lavora per fare cosa?” Le sanzioni funzionano? Se l’obiettivo è impoverire e far morire di fame le persone, allora funzionano molto bene nel loro modo crudele e sadico. Se si tratta di ottenere cambiamenti costruttivi nella politica o cambiamenti nel regime, di solito non funzionano mai. Lo stesso vale per gli omicidi, come avrebbe dovuto insegnarci la pratica del nostro governo di uccidere mirati con i droni già molto tempo fa. Uccidere qualcuno al vertice può temporaneamente interrompere un’organizzazione terroristica, ma in pratica tende a rendere quell’organizzazione più pericolosa e radicale. I leader possono essere sostituiti e altri si faranno avanti per ricoprire il ruolo che avevano i morti. I “successi” a breve termine spesso portano a un fallimento a lungo termine. L’intera “guerra al terrore” è un’enorme, sanguinosa storia di avvertimento sul fatto che non puoi ucciderti per uscire da questi problemi.
Un governo può prendere di mira e uccidere con successo individui specifici? Ovviamente può. Questo ottiene qualcosa oltre a uccidere quelle persone? Questo è molto meno chiaro. Nel caso degli omicidi israeliani di funzionari e scienziati iraniani, queste tattiche si ritorcono contro tutto il tempo. L’Iran non ha un programma di armi nucleari, ma oggi è più vicino ad averne uno rispetto a pochi anni fa a causa dell’assassinio israeliano e degli attacchi di sabotaggio. Se mai l’Iran costruirà un’arma nucleare, dovrà inviare al Mossad un cesto regalo per aver contribuito a incoraggiarlo ad andare fino in fondo.
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Daniel Larison è editorialista settimanale di Antiwar.com e gestisce il proprio sito all’indirizzo Eunomia. È l’ex caporedattore dell’American Conservative. È stato pubblicato su New York Times Book Review, Dallas Morning News, World Politics Review, Politico Magazine, Orthodox Life, Front Porch Republic, The American Scene e Culture11 ed è stato editorialista di The Week. Ha conseguito un dottorato di ricerca in storia presso l’Università di Chicago e risiede a Lancaster, Pennsylvania. Seguilo Twitter.
Il post L’uccisione mirata “funziona”? è apparso per primo Blog di Antiwar.com.
Fonte: antiwar.com