Il concetto di ‘la rentrée’ è quello che si riferisce al ritorno a scuola dopo una meritata pausa estiva. È un misto di sentimenti che include eccitazione ottimista, senso di urgenza e preoccupazione realistica per le sfide future.
Questo è esattamente ciò che penso riguardo alla “affittuaria” digitale che attende i fanatici della tecnologia a Bruxelles: in tempi difficili, l’Europa dovrà contare sempre di più sulla guida del vicepresidente esecutivo Vestager, del commissario Breton e della presidenza ceca. Anche l’industria continuerà ad essere chiamata a fare la sua parte. Ecco la mia scommessa sui tre temi caldi che ci aspettano questo autunno.
La continua aggressione della Russia contro l’Ucraina, così come l’estate torrida dell’Europa, stanno mettendo a nudo le debolezze del continente in termini di fonti energetiche e inflazione.
Guerra, energia e inflazione come questione digitale
La continua aggressione della Russia contro l’Ucraina, così come l’estate torrida dell’Europa, stanno mettendo a nudo le debolezze del continente in termini di fonti energetiche e inflazione. Entrambi sono motivo di preoccupazione anche per i settori del digitale e della connettività.
Innanzitutto perché l’ICT è parte della soluzione su energia e clima: ci si aspetta che le città intelligenti e la trasformazione digitale dei settori industriali riducano i consumi energetici e le emissioni di carbonio. Si prevede una riduzione dell’assorbimento diffuso del 5G e della fibra emissioni di CO2 fino al 15 per cento. Di più: l’intero settore ICT si è recentemente unito per potenziare la transizione verde in altri settori della società, con l’European Green Digital Coalizione.
In secondo luogo, la connettività sta emergendo anche come questione di aiuto umanitario: Società di telecomunicazioni dell’UE stanno riducendo le spese di comunicazione per i rifugiati ucraini. Mentre i paesi membri lavorano per stanziare fondi pubblici per la crisi umanitaria, riteniamo che il sostegno finanziario per i rifugiati che cercano di rimanere in contatto dovrebbe essere chiaramente incluso nel quadro.
In terzo luogo, l’inflazione sta colpendo duramente anche nel settore delle telecomunicazioni. Mentre consumatore i prezzi rimangono estremamente competitivi sotto tutti i punti di vista, il costo del lavoro per la distribuzione di 5G e fibra, così come altri costi, stanno aumentando insieme a tutto il resto. Ciò, nel tempo, potrebbe richiedere una riflessione politica sulla sostenibilità finanziaria del settore.
Investimenti rapidi e sostanziali in reti di telecomunicazioni europee resilienti sono oggi ancora più necessari, poiché le minacce alla sicurezza informatica si moltiplicano ed emergono nuovi rischi.
Resilienza digitale e sicurezza informatica
Investimenti rapidi e sostanziali in reti di telecomunicazioni europee resilienti sono oggi ancora più necessari, poiché le minacce alla sicurezza informatica si moltiplicano ed emergono nuovi rischi in un complesso ecosistema digitale. Gli operatori di telecomunicazioni conoscono bene il gioco, tradizionalmente ponendo un approccio “la sicurezza al primo posto” al centro delle loro operazioni di rete.
Le minacce informatiche sono una sfida storica per le nostre società. Anche se inevitabilmente si verificheranno, è essenziale adottare un approccio basato sui fatti e sul rischio per mitigarli. Ciò sarà particolarmente vero per il 5G. Da un lato, proprio come ogni nuova tecnologia, potrebbe creare nuove vulnerabilità. D’altra parte, non dovremmo ignorare che offre anche nuove opportunità per domare le vulnerabilità informatiche aggiungendo ulteriori opportunità di sicurezza, in particolare slicing della rete, autenticazione e crittografia. Cerchiamo di essere acutamente consapevoli dei rischi, senza dimenticare le opportunità significative.
Sostenibilità dell’ecosistema Internet dell’UE
Nonostante i numerosi sforzi per promuovere l’implementazione della rete a vantaggio dei cittadini dell’UE, permangono forti preoccupazioni sulla sostenibilità dell’ecosistema Internet dell’UE. Se confrontiamo l’Europa con l’Europa, abbiamo ottenuto progressi sorprendenti: nel 2021 oltre il 62% degli europei è stato raggiunto dal 5G, rispetto alla metà dell’anno prima. Se confrontiamo l’Europa con la Corea del Sud o gli Stati Uniti, siamo in ritardo: la copertura 5G della popolazione in quelle aree geografiche è già superiore al 90%. Per colmare il divario, abbiamo bisogno di un settore delle telecomunicazioni finanziariamente sano che offra maggiori investimenti.
Tuttavia, gli operatori di telecomunicazioni dell’UE hanno una capacità limitata di sostenere investimenti continui e contemporaneamente l’aumento dei costi di rete. Oggi, il 55 percento di tutto il traffico Internet proviene solo da pochi giganti della tecnologia. Sebbene le società di telecomunicazioni si facciano carico dell’onere di investire nelle reti, sono principalmente i giganti della tecnologia a monetizzare tali aumenti di traffico. Con costosi cicli di investimento in 5G e fibra in vista, ci si potrebbe chiedere: è sostenibile?
Se confrontiamo l’Europa con la Corea del Sud o gli Stati Uniti, siamo in ritardo: la copertura 5G della popolazione in quelle aree geografiche è già superiore al 90%.
In questo contesto, EV-P Vestagerrecentementeha annunciato che la Commissione Europea analizzerà se “ci sono attori che generano molto traffico che poi abilita il loro business, ma che non hanno effettivamente contribuito ad abilitare quel traffico”. Mentre il Commissario Bretonannunciatoche le misure in materia sarebbero state decise entro la fine del 2022.
Ciò porterà solidi vantaggi socioeconomici per i cittadini europei, per i consumatori e per gli utenti finali nel loro insieme: un recente studia ha mostrato che affrontare la questione dell’equo contributo consentirebbe all’Europa di ottenere un aumento annuale del PIL di 72 miliardi di euro, ulteriori 840.000 posti di lavoro nel 2025 e tagli significativi alle emissioni di CO2.
Affrontare la questione del contributo equo, tuttavia, è una parte della storia. Storicamente, all’Europa manca ancora un vero mercato unico delle telecomunicazioni. Con oltre 38 big operatori mobili in Europa contro sette negli Stati Uniti o quattro in Giappone, avremo bisogno di ulteriori discussioni su come costruire una scala reale per la concorrenza europea nei mercati digitali globali.
Come in ogni ‘affittuario’, ci vengono in mente i problemi che abbiamo lasciato prima delle vacanze. Sono fiducioso che ci siano tutte le leve necessarie per continuare ad avere una discussione politica costruttiva, mentre finalmente ci si muove verso soluzioni.
Fonte: ilpolitico.eu