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Sanificazione delle acque reflue: l’Unione Europea apre la strada

da Notizie Dal Web

Il 26 ottobre 2022 la Commissione Europea ha presentato la sua bozza di revisione della Direttiva sul trattamento delle acque reflue urbane.

Questa revisione, così com’è, è una formidabile opportunità per il settore del trattamento delle acque reflue di affrontare le nuove sfide sociali e ambientali.

Adottata nel 1991, la direttiva sul trattamento delle acque reflue urbane ha consentito, da oltre 30 anni, di migliorare la qualità dei corsi d’acqua, dei fiumi e delle acque costiere di tutta Europa. Questo ruolo meno noto è tuttavia essenziale: la direttiva ha reso obbligatorio che tutti gli agglomerati con più di 2.000 abitanti nei paesi membri siano dotati di sistemi di raccolta e trattamento delle acque reflue, determinando così un drastico calo della quantità di inquinanti scaricati nel ambiente naturale.

Questa revisione, così com’è, è una formidabile opportunità per il settore del trattamento delle acque reflue di affrontare le nuove sfide sociali e ambientali.

Da allora, il progresso tecnologico ha evidenziato l’emergere di nuovi inquinanti. È stata confermata la tossicità di inquinanti come microplastiche, microinquinanti e sostanze chimiche (PFAS). Fissare soglie di trattamento per questi inquinanti, come reso possibile dalla direttiva, è quindi essenziale per tenere maggiormente conto della loro presenza nelle acque reflue. Le soluzioni esistono ed è fondamentale che vengano implementate ovunque. Tale cambiamento è tanto più urgente alla luce dei nuovi usi di queste acque reflue – riutilizzo per l’irrigazione in agricoltura, irrigazione di spazi verdi pubblici, recupero dei fanghi di depurazione e altro – che potrebbero registrare una crescita esponenziale nei prossimi anni.

La revisione della direttiva sul trattamento delle acque reflue urbane garantirà inoltre una migliore gestione delle conseguenze dei cambiamenti climatici. La frequenza e l’intensità delle piogge abbondanti rappresentano una minaccia per l’efficienza dei sistemi sanitari e la conservazione degli habitat naturali. Proposta nell’ambito della direttiva, l’introduzione diffusa di piani integrati di gestione delle acque per alcuni agglomerati contribuirà a ridurre le inondazioni e l’inquinamento dovuto alle precipitazioni sugli habitat naturali. È fondamentale sfruttare la tecnologia digitale per monitorare in tempo reale le infrastrutture e anticipare tali eventi.

Il proposto sistema di responsabilità estesa del produttore aiuterà le autorità pubbliche a finanziare soluzioni di trattamento più avanzate.

Un’altra importante area di progresso è l’introduzione del principio della responsabilità estesa del produttore per i medicinali per uso umano ei prodotti cosmetici. Da un lato, consentirà di accelerare l’eco-design di questi prodotti e quindi di ridurre alla fonte la presenza di inquinanti nelle acque reflue. Dall’altro, rappresenta un primo passo nell’indispensabile cambio di paradigma in termini di finanziamento dei sistemi sanitari per introdurre una ripartizione equilibrata dei costi: gli utenti e/o le comunità locali non dovranno più sostenere tutti i costi di elaborazione dell’inquinamento per il quale sono non responsabile. Il proposto sistema di responsabilità estesa del produttore aiuterà le autorità pubbliche a finanziare soluzioni di trattamento più avanzate. In SUEZ viviamo da anni il principio della responsabilità estesa del produttore nel settore dei rifiuti. Riteniamo fondamentale che questi mezzi di finanziamento trovino ampio spazio anche nel futuro del settore idrico.

Infine, la direttiva rivista mette in evidenza i vantaggi della sanificazione, attraverso il monitoraggio epidemiologico delle acque reflue come strumento di tutela della salute pubblica. La pandemia di COVID-19 ha messo in luce questa competenza e ha accelerato lo sviluppo di soluzioni innovative per monitorare la diffusione del virus grazie a reti igienico-sanitarie, come il COVID-19 City Watch sviluppato da SUEZ. I progressi compiuti in termini di analisi dei marcatori chimici e biologici nelle acque reflue aprono la strada a nuove collaborazioni con i gestori dei sistemi sanitari e le autorità sanitarie. L’obbligo per i paesi membri di implementare sistemi di monitoraggio delle proprie acque reflue consentirà una visione consolidata degli indicatori di salute pubblica (quali virus, consumo di droghe, consumo di medicinali) e la possibilità di attuare campagne di prevenzione mirate. L’uso di sistemi sanitari per promuovere la salute pubblica fa parte dell’approccio “One Health”, che, con l’adozione di un approccio interfunzionale alla salute umana, animale e ambientale, dovrebbe consentire una migliore anticipazione delle principali pandemie globali.

Siamo lieti degli obiettivi ambiziosi della bozza di revisione della direttiva sul trattamento delle acque reflue urbane, del cambio di paradigma che annuncia e del suo riconoscimento del ruolo chiave che i servizi igienico-sanitari svolgono nella salute pubblica. Mantenendo le sue grandi ambizioni, l’Unione europea, in linea con il Green Deal, continuerà a essere in prima linea nella lotta per la protezione del nostro ambiente.

Fonte: ilpolitico.eu

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