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Una politica di contenimento non necessaria

da Notizie Dal Web

Walter Russel Mead cheerleader per la nuova guerra fredda:

Oggi, il Partito Comunista Cinese è diventato un potere espansionista e tirannico la cui eccessiva ambizione mette in pericolo la libertà in tutto il mondo. Gli interessi e i valori dell’America ci portano entrambi a opporci a tale ambizione, anche se cerchiamo di evitare la catastrofe di un’altra guerra tra grandi potenze.

I falchi cinesi parlano molto delle vaste ambizioni di Pechino, ma non hanno molte cose che possono indicare come prova che queste ambizioni sono reali. È come se avessero appena rispolverato i punti di discussione di cinquant’anni fa sull’Unione Sovietica e sostituito invece ogni riferimento all’URSS con il PCC e la RPC. La storia è semplicemente troppo bella per essere controllata. Dopotutto, se la Cina è una “potenza espansionista” che “mette in pericolo la libertà in tutto il mondo”, una politica di contenimento ha un certo senso. Potrebbe essere ancora la cosa sbagliata da fare per gli Stati Uniti, ma potresti almeno capire perché qualcuno vorrebbe farlo. Se la Cina non è davvero espansionista e non mette in pericolo la libertà ovunque, tuttavia, una politica di contenimento sembra sia inutile che pericolosa.

Il governo cinese è tirannico, ma da più di quarant’anni non conduce una guerra fuori dai suoi confini. Ci sono state scaramucce e dispute territoriali, ma l’ultima guerra di qualche importanza che il PLA ha combattuto è stata nel 1979. Un’enorme percentuale di americani vivi oggi non ricorda l’ultima volta che l’esercito cinese ha attaccato qualcuno. Questo non sembra mai emergere quando si parla di presunto “espansionismo” cinese. Mead si riferisce alla Cina come “espansionista” e parla di “espansione” cinese, ma farebbe fatica a identificare dove si è verificata tale espansione.

La scelta fuorviante delle parole di Mead è più di una semplice scrittura sciatta. Vuole che il suo pubblico creda che c’è un’espansione che deve essere “contrastata”, ed è qui che entrano in gioco gli Stati Uniti. sostenitori perché ha bisogno di ogni piccola dittatura possibile per “contrastare” la Cina. Applaude la, ehm, flessibilità dell’amministrazione Biden con la nuova leadership nelle Filippine, e si lamenta delle loro tiepide critiche ai sauditi. Abbiamo bisogno di quella “coalizione multilaterale” per opporsi alla Cina, ci dice, e chi se ne frega dei compromessi che ci vogliono per ottenerla?

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Daniel Larison è editorialista settimanale per Antiwar.com e gestisce il proprio sito all’indirizzo Eunomia. È stato caporedattore presso The American Conservative. È stato pubblicato su New York Times Book Review, Dallas Morning News, World Politics Review, Politico Magazine, Orthodox Life, Front Porch Republic, The American Scene e Culture11, ed è stato editorialista per The Week. Ha conseguito un dottorato di ricerca in storia presso l’Università di Chicago e risiede a Lancaster, PA. Seguilo Cinguettio.

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Fonte: www.antiwar.com

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